Fonso Genchi
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Amo il mio coinvolgimento nelle competizioni sportive ma non in quelle elettorali. Infatti fino ad ora ho preso parte a numerosissime competizioni sportive ufficiali, tanto come atleta che come allenatore, in più di uno sport (football americano, atletica leggera, calcio, basket, tennis da tavolo…) ma, di contro, ho preso parte ad una sola competizione elettorale e sol perché, in realtà, quella era vissuta dal gruppo di cui facevo parte più come una maniera per veicolare certe idee che non per competere con reali possibilità di ottenere risultati (comunali Palermo 2007, lista dell’associazione di siciliani emigrati all’estero “L’Altra Sicilia – Antudo”), tant’è che non feci alcuna campagna elettorale personale.
Nelle competizioni sportive quasi sempre vince il più bravo, il gruppo o il singolo dotati di capacità e che si sono bene allenati; insomma, di solito vince chi davvero se lo merita.
Nelle competizioni elettorali, purtroppo, non è la stessa cosa: spesso chi prende più voti è colui il quale nella vita occupa posti di ‘potere’ e illude l’elettore con promesse se non, addirittura, si compra i voti con soldi o regali; nella migliore delle ipotesi è uno che ha rotto le scatole a tutti quelli che conosce, chiedendo loro con insistenza il voto. Insomma l’esatto opposto di chiddu chi sugnu iu…
Mi piacerebbe che gli elettori votassero, invece, le persone che più ritengono capaci di amministrare la cosa pubblica, le persone che hanno delle idee simili alle loro e che – per ciò – possano bene rappresentarle, le persone degne della loro stima. Purtroppo, tutto ciò è pura illusione: solo una minoranza vota secondo questi parametri; e tale bassa percentuale è provocata anche da chi preferisce non andare a votare perché disilluso dalla politica.

E’ con queste riflessioni che rendo noto che mi ritrovo candidato al Consiglio Comunale di Palermo per il movimento politico di cui faccio parte, Siciliani Liberi, nella lista che sostiene la candidatura a sindaco di Ciro Lomonte. Ho accettato di candidarmi – nonostante non ami tale tipo di competizioni – per spirito di servizio: per la prima volta si compete avendo delle reali e concrete possibilità di entrare a far parte del Consiglio Comunale e, visto che me lo si è chiesto, spero di poter dare anche io un piccolo contributo all’impresa.
Alle scorse comunali di Palermo la lista di Siciliani Liberi – al suo esordio elettorale assoluto – prese un onorabilissimo 1,7%. Oggi la lista è rafforzata dalla presenza di altri due movimenti politici, Italexit e Popolo della Famiglia, accreditati nei sondaggi, rispettivamente, del 2,2-2,5% (l’ultimo parla addirittura di un 4,5%!) e dello 0,7-0,9%. Se si prova a fare la somma, si arriva intorno alla soglia di sbarramento, che nelle amministrative siciliane è del 5%. Se è pur vero che in politica non è mai matematicamente certo che il risultato sia la somma delle singole forze che compongono una lista, è anche certamente vero che questa volta si hanno concrete possibilità di mandare in Consiglio uno o due “ribelli” siciliani per lottare contro le vecchie cariatidi del ‘sistema’.
Ringrazio sin d’ora chiunque – amico nella vita reale, conoscente, amico virtuale su Facebook, o sconosciuto – decidesse di scrivere nella scheda il mio cognome. Parto da zero voti (nel senso che né io né la mia famiglia possiamo votare perché abbiamo la residenza in un comune limitrofo) e sono curioso di vedere quanti voti si riescono ad avere senza aver preparato nulla nei mesi precedenti e senza rompere troppo le scatole alle persone neppure adesso.
P.S.: il candidato sindaco Ciro Lomonte e il suo programma per la città di Palermo sono di altissima qualità. Invito chiunque non conoscesse Ciro ad incontrarlo per conoscerlo di presenza. Sono disponibile ad essere contattato per ogni chiarimento, ogni info relativa alla lista, al programma, a tutto ciò che riguarda queste comunali. E’ giunta l’ora in cui ai palermitani viene data la possibilità di mandare in pensione la vecchia politica: occorre avere coraggio e non lasciarsi sfuggire l’occasione. Ognuno è chiamato a fare la sua parte.
