Giorgio Badalamenti

64 anni, nato a Palermo, dove ho studiato e mi sono laureato in Filosofia.
Lavoro all’Università di Palermo, come responsabile della Biblioteca di Ingegneria.
Sin da giovane mi sono impegnato nel volontariato, mobilitato dalla mia adesione alla fede in Cristo. Da studente universitario ho collaborato al doposcuola per bambini e alla scuola serale per adulti presso quartieri disagiati (con le Suore missionarie della Carità di S. Madre Teresa e una parrocchia).
Più recentemente per circa 10 anni sono stato uno degli organizzatori a Palermo della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare – a cui ancora partecipo – come partecipo da tempo alla Giornata della Raccolta del Farmaco, organizzata dal Banco Farmaceutico.
Ora collaboro con l’associazione “Cristo nei poveri” per la distribuzione di pasti a clochard e famiglie bisognose.
Da studente universitario ho partecipato alla fondazione del movimento “Università per l’uomo” e, successivamente, con la lista “Cattolici Popolari e Democratici” sono stato eletto in Consiglio di Facoltà a Lettere e Filosofia.
In quegli anni ricchi di forte impegno culturale, politico e sociale, ho fondato insieme ad altri amici la Cooperativa Universitaria Studio e Lavoro “Il pellicano” e recitato in lingua siciliana con gli amici della compagnia teatrale amatoriale “La compagnia di via Armida”.
Sono certo che si potrà ridare speranza e ripresa economica alla nostra città e a tutta la Sicilia se la maggior parte del nostro popolo recupererà la consapevolezza della grandezza della nostra storia, della nostra cultura e civiltà, inclusa la lingua siciliana, da tornare a valorizzare con efficacia grazie a progetti teatrali e storici sin dalle scuole: “PALERMO SIA FIERA DI PALERMO”. A tal fine è indispensabile dar vita anche ad iniziative artistiche coinvolgenti ragazzi e famiglie presso le scuole dell’infanzia: ciò è fondamentale per ridare bellezza a quartieri anonimi – come insegna l’efficace progetto dell’artista siciliano Presti nelle scuole di Librino a Catania, che ha condotto in tanti a sentirsi costruttori di una nuova comunità.
Occorre quindi che Palermo diventi una città che valorizza adeguatamente il volontariato, capace di rendere 4 volte più efficace la spesa sociale degli enti pubblici a vantaggio di tutti i tipi di persone svantaggiate: poveri, disabili, anziani, drogati, non dimenticando che solo una città costruita a misura di disabile e di bambino può essere definita una città a misura d’uomo.